Cremona e la provincia di Como in ‘arancione rafforzato’ per la presenza delle varianti. Scontro nel Governo sulla scuola.
ROMA – Le varianti avanzano e continuano a spaventare l’Italia. Cremona e la provincia di Como in arancione rafforzato da mercoledì 3 marzo per una settimana. La decisione è stata presa dal governatore Fontana dopo i dati degli ultimi giorni. Misura che riguarda anche una cinquantina di comuni.
Per queste zone, quindi, prevista la chiusura di tutte le scuole di ordine e grado e il divieto di spostamento tra comuni. Stesso provvedimento anche per la provincia di Brescia che dovrà fare i conti con le restrizioni per un’altra settimana.
Scontro sulla scuola nel Governo
Mentre le Regioni sono al lavoro per misure locali, all’interno della maggioranza si registra uno scontro sulla scuola. Secondo quanto riferito dall’AdnKronos, la cabina di regia convocata dal premier Draghi non ha portato a nessuna decisione sulla chiusura degli istituti in zona arancione con 250 casi su oltre 100mila abitanti.
L’indicazione del Cts (oltre le zone rosse) ha chiesto la chiusura delle scuole anche in queste città. Una linea condivisa anche dai ministri Gelmini e Giorgetti, mentre Speranza, Franceschini, Patuanelli e Bonetti chiedono di chiudere anche i negozi e i centri commerciali in queste zone. Possibile un compromesso: negozi aperti e serrande abbassate per grandi magazzini e scuole. Da capire, però, il comportamento delle Regioni, mai realmente convinti dalla chiusura delle attività commerciali.
Il rischio delle varianti
La situazione in Italia continua ad essere sempre più critica. Le varianti pesano sull’aumento dei contagi e non sono escluse ulteriori restrizioni locali. Misure che rischiano di provocare una dura protesta sociale e, per questo, il premier Draghi preferisce mantenere la massima cautela.
Le proteste, infatti, aumentano di giorno in giorno e si rischia di alzare la tensione in un Paese che ormai è davvero al limite.